lunedì 2 novembre 2015

Thundermother - Road Fever

Napalm Records - 2015

La Svezia da almeno un decennio si è rivelata la terra promessa del rock n'roll. E proprio a Stoccolma si sono trasferite qualche anno fa la chitarrista italiana Giorgia Carteri e la cantante irlandese Clare Cunningham per unirsi alle Thundermother, progetto nato dalla mente della chitarrista svedese Filippa Nassil e completato da altre due ragazze del posto, Linda Storm e Tilda Stenqvist. Il quintetto all girl si è rapidamente imposto col suo puro hard rock di matrice AC/DC e nel 2014 ha dato alle stampe il primo album "Rock N' Roll Disaster", lavoro assai valido che ha riscosso larghi consensi sia tra il pubblico che tra gli addetti ai lavori - Motorhead, Airbourne e Dank Jones per citarne qualcuno.
Le ragazze non sono rimaste con le mani in mano e qualche mese fa hanno fatto uscire il secondo album "Road Fever". Il disco supera anche il suo predecessore e conferma la caratura della band.
Il sound rimane ancorato all'hard rock di matrice blues derivato dai maestri australiani, trainato da una solida ritmica e dominato da robusti riff di chitarra su cui si innesta la voce graffiante. L'evoluzione però c'è stata e le canzoni risultano più tirate e dinamiche, strizzando l'occhio ai nomi storici dell'heavy metal, come appare evidente già dall'opener  Just A Tease o in Deal With the Devil, che non sfigurerebbe nel repertorio di Lemmy e soci. Una menzione particolare per il groove blues di Thunder Machine e per Alright Alright, che offre uno dei migliori momenti di Clare, mettendo in pieno risalto il suo timbro white soul. Si chiude in trionfo con Rock N' Roll Sisterhood.
Mi sento di fare un unico appunto: manca un pezzo anthem, uno di quelli di cui ti ritrovi a cantare inconsciamente il ritornello  a squarciagola, come erano la title-track e Thunderous nel precedente lavoro.
Detto questo, "Road Fever" è un gran bell'album e dimostra che le Thundermother hanno pieno diritto a un posto tra i grandi nomi della scena hard rock contemporanea. Non lasciatevi ingannare dal fatto le cinque fanciulle siano assai gradevoli anche all'occhio, è un piacevole di più, ma la musica parla, anzi suona, da sola.

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